
Nel 2017, l'allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, annunciĆ² insieme a Foxconn un nuovo impianto per la produzione di componenti elettronici in Wisconsin, con un investimento di 10 miliardi di dollari e la promessa di creare 13.000 posti di lavoro. Tuttavia, Foxconn si ritirĆ² e il grande progetto per lo stato del Wisconsin si trasformĆ² in un hub di formazione Microsoft con 1.500 posti di lavoro, con un investimento che ha raggiunto "solamente" i 672 milioni di dollari.
Oggi, Donald Trump ĆØ tornato a ricoprire la carica piĆ¹ alta degli Stati Uniti, con il sostegno dei CEO delle grandi aziende tecnologiche americane che vedono nel nuovo corso degli USA un'opportunitĆ per sperimentare e investire senza la paura di dover rispondere del loro operato, nĆ© sul piano economico nĆ© su quello etico e vuole provarci nuovamente.
Il nuovo colossale progetto presentato insieme a Sam Altman (AD di OpenAI), Larry Ellison (Presidente di Oracle) e Masayoshi Son (Presidente di Softbank), si chiama Stargate. Questo progetto mira a creare l'intera infrastruttura dell'Intelligenza Artificiale negli Stati Uniti. I tre protagonisti hanno promesso di investire nel progetto 100 miliardi di dollari, con l'obiettivo di raggiungere i 500 miliardi nei prossimi anni, creando 100.000 posti di lavoro. Secondo le informazioni fornite, la prima infrastruttura, un enorme capannone di circa 300.000 metri quadrati, ĆØ giĆ in costruzione in Texas.
L'obiettivo, nemmeno troppo velato, ĆØ ridurre il divario con la Cina e posizionarsi come leader occidentale nel campo dell'AI, in diretta competizione con il grande dragone. Resta da vedere come l'Unione Europea, indipendentemente dal successo del progetto, intenda posizionarsi e se pensa di poter sviluppare progetti per ridurre anch'essa il divario con gli altri due player, tenendo conto che gli USA, con il nuovo corso Trumpiano, guardano all'UE con disinteresse.
Questo non dovrebbe significare fare passi indietro rispetto all'uso etico dell'AI ottenuto con l'AI Act, ma piuttosto creare una sinergia comune per permettere lo sviluppo e la condivisione di progetti strutturali, al fine di competere a livello globale o, quantomeno, non soccombere tra le due grandi potenze.
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