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  • Immagine del redattoreDamiano D'Amici

Cosa è uno Smart Contract?

Aggiornamento: 5 ago 2020

Quando si parla di blockchain è sempre più comune sentire parlare di smart contract. Questo concetto assume però spesso contorni vaghi, data la sua implementazione in tipi di blockchain con necessità e funzionamento diversi. Questo articolo si propone di fornire una visione generale della tecnologia al fine di offrire le chiavi per la comprensione delle sue differenti sfaccettature operative.



Originariamente proposti da Nick Szabo, un informatico statunitense che ne ha coniato il termine, gli smart contract nella loro essenza sono dei protocolli informatici atti alla verifica, facilitazione, o esecuzione di un contratto.[1] L’idea nasce dalla possibilità di replicare vari tipi di clausole contrattuali (garanzie, vincoli, definizione dei diritti di proprietà, etc.) nei software ed hardware che utilizziamo quotidianamente, in modo tale da rendere l’inadempienza al contratto proibitivamente costosa.[2] Szabo porta ad esempio il caso del distributore automatico, considerato una sorta di progenitore degli smart contract. Questo perché a fronte di una perdita potenziale limitata (il valore di beni e denaro contenuti nel distributore non dovrebbe eccedere il costo, in questo caso non solo monetario, incorso da chi voglia andare a forzarlo per appropiarsene), la macchina fa automaticamente in modo che la transazione denaro-bene vada a compimento seguendo una logica prestabilita (metodo di pagamento, prezzo, resto, etc.).[3]


Nonostante possa sembrare un concetto relativamente nuovo, gli smart contract non sono altro che l’implementazione digitale delle varie norme che da sempre governano i contratti tradizionali. Al posto degli organi giudiziari o di eventuali arbitri che vadano a risolvere le dispute, gli smart contract ne delegano la risoluzione ad una logica prestabilita, che di fatto ne compone il codice.[4] L’immutabilità dei dati immagazzinati in una blockchain fa sì che la rete stessa agisca da arbitro (e notaio) imparziale, e possa quindi garantire un’efficace implementazione degli smart contract. Unito alla sua natura transazionale, ciò ha reso la blockchain la piattaforma tecnologica dove gli smart contract hanno avuto maggiore diffusione.[5] Avvalendosi della possibilità offerta da molte blockchain di scrivere codice eseguibile al loro interno, gli smart contract vengono distribuiti in ognuno dei nodi della rete, pronti ad entrare in azione non appena la loro logica lo preveda. Nella pratica la sofisticazione delle logiche è spesso tale che alcuni smart contract possono essere considerati alla stregua di veri e propri software, con funzionalità complesse che esulano da quello che è comunemente inteso come contratto. Questa è però un’astrazione che li rende uno strumento estremamente versatile e innovativo, capace di adattarsi facilmente a diversi casi d’uso senza perdere d’efficacia.


Fonti

[1,2,3] Szabo, N. (1997). Formalizing and Securing Relationships on Public Networks. Consultato il 01/08/2019 da https://firstmonday.org/ojs/index.php/fm/article/view/548.

[4,5] Building a Secure Future, One blockchain at a time (2018). US Senate Joint Economic Committee. Consultato il 01/08/2019 da https://www.jec.senate.gov/public/_cache/files/aaac3a69-e9fb-45b6-be9f-b1fd96dd738b/chapter-9-building-a-secure-future-one-blockchain-at-a-time.pdf

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